Un progetto mal gestito e un gigantesco buco nell’acqua. L'attenzione è stata concentrata su aspetti marginali, mentre le risorse allocate allo star power potevano essere reinvestite altrove.

La storia potrebbe benissimo non esistere, il gameplay vi fa rimbalzare da un tetto all’altro come palline impazzite, l’endgame è una noia mortale e le stagioni sono la solita minestra riscaldata.

Dà una pista a tutti quegli sviluppatori che appoggiati da editori impallati di soldi spendono centinaia di milioni in marketing e che alla fine se ne escono con i soliti prodotti omogeneizzati.

Più simile ad un walking simulator che ad un survival horror, un genere a cui si avvicina, ma a cui non è totalmente partecipe. Quel che è peggio è che vi manderà in coma dalla noia.

Adattare l'universo fantasy per antonomasia è qualcosa che per un schiera di dilettanti rasenta l'incoscienza, così com'è dannosa l’ambizione di aggiungere qualche capitolo alla mitologia di Tolkien.

Un'esperienza davvero piacevole che cattura fin da subito l’attenzione di aspiranti investigatori e appassionati del mistero, mantenendo alta l’attenzione e la curiosità fino al suo epilogo.

Qualcuno ha pagato una montagna di soldi per mettere assieme questo software disfunzionale, mentre altri hanno avuto l’audacia di rincarare la dose con un season pass.

Per la mancanza di direzione progettuale, Atomic Heart è tutta apparenza e niente sostanza.

Hogwarts Legacy è evasione dalla realtà, uno dei migliori rimedi per ritrovare il senno, dopo il cioccolato.

Non il gioco che meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno. Per l'accoglienza riservata a titoli come Scorn, forse meritiamo le solite brodaglie insapore cucinate in esperienze utente confortevoli.